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su ArsonCole.com / ElUrracaõ.com

In questa pagina troverete tutto sull’autore e sul suo romanzo

 

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THE BOOK

 

🔊 AUDIO PROVA CAP 1

 

🖼 GLI PROTAGONISTI

La dolce Sharon si presenta
Il tosto Jorge chiamato Urra

 

🖼 LE VETTURE

 

🔊 COLONNA SONORE FILM

La colonna sonora “El Urracaõ”, una composizione di Arson Cole 2011 (Digitale)

La colonna sonora “El Urracaõ”, una composizione di Arson Cole 2011 (Live)

 

🖹 PROVA DI LETTURA CAP 1
(FIRST LANGUAGE & ORGINAL VERSION)

1 Il nascondiglio del diavolo

Davanti al Bar Sport, Jorge si gode una birra fresca nella tranquillità solenne del sabato mattina.Ormai la crisi economica non risparmia nessuno, neanche i locali più gettonati, eppure questo bar decrepito sta ancora in piedi. Sono già passati tre anni da quando ha messo piede per la prima volta nel cosiddetto Paradiso. Arrivato direttamente dalla favela dove è nato, Lemos de Brito, periferia di Rio, con in tasca gli ultimi soldi che gli erano rimasti. I soldi che aveva nascosto in una scatola di sigari sotto l’albero della gazza ladra, nel “nascondiglio del diavolo”.
Oltre cinquantamila real. Un patrimonio.
Eppure, in questo paese minuscolo chiuso nel cuore dell’Europa, Jorge era soltanto un povero. Perché questo è un paradiso solo per chi ha i soldi, il potere e i contatti giusti.
Così non aveva potuto fare altro che prendere la solita via, quella del crimine. Ma grazie al suo talento era riuscito subito a introdursi in certi traffici e ormai conosce tutti i diversi gruppi del suo “ramo”, clienti di ogni genere e naturalmente gli sbirri e i loro segreti. I politici, i funzionari e perfino i giudici non rifiutano mai una busta piena di soldi per chiudere un occhio.
A lui non interessa se quelli che fanno affari con lui sono ricchi, potenti, pericolosi o gente comune, a lui interessa guadagnarci. Chi ha soldi in mano è il benvenuto, è un suo cliente.
Da un suo amico nella polizia è venuto a sapere che anche qui lo hanno soprannominato El Urracaõ, il grande ladro volante, o più semplicemente Urra. Se ne frega di essere stato messo sotto sorveglianza stretta, al contrario, lo fa sentire ancora più orgoglioso.
Il suo amico si chiama Gregor Rossi ed è il capo della polizia della città. Di giorno fa il suo lavoro, è molto rispettato dalla gente, di notte è uno dei suoi tanti clienti. Uno degli scheletri, come li chiama lui, che vivono una vita segreta nell’oscurità della fossa Locarnese. Jorge conosce bene i loro giochi sporchi e loro ormai non possono più toccarlo, perché se lui salta, salta mezzo paese.

Sopravvivere nelle favelas di Rio lo ha reso un vero uomo. Gli anni passati nel giro della droga lo hanno preparato per essere un capo. Gli sbirri, qui, sono solo bambolotti, palloni gonfiati. I bambini delle favelas sono più svegli di tutti gli sbirri del Paradiso. In tanti, dai sei anni in su, perdono ogni paura facendo i corrieri degli spacciatori. Anche Jorge era uno di loro. A otto anni sapeva già tutto di quel labirinto di vicoli stretti e strade pericolose e senza nome. Si ricorda ancora gli odori che venivano dal fango usato per costruire le case. La puzza acida esalata nel caldo dalle discariche. Ma anche i profumi del cibo che tante cuoche, con l’abilità di vere artiste, riuscivano a preparare dal niente per sfamare i loro figli. Perché nelle favelas nascono in tanti e altrettanti ne muoiono, in fretta, per fare posto ai prossimi. Ricorda l’odore di detersivi mischiati a feci e urina, che correvano in tubi o canaletti improvvisati per poi raccogliersi nei buchi intorno alle case costruite più in basso. Scarichi di ogni tipo formavano rivoli in mezzo alle piccole vie……
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